“Speranzina, speranzèlla, speranzuòla: parole tutte limitate all’uso familiare che indicano una piccola speranza, una speranza debole o cauta”. La definizione della Treccani deve essere balzata per le menti e i cuori di Stefano Giordani e Daniele Mei, rispettivamente proprietario e chef del ristorante La Speranzina di Sirmione, quando un giorno di metà marzo, a ridosso della…
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In alto la cresta: l’inno al coraggio del Sedicesimo Secolo
Scorrendo nomi ed eventi del sedicesimo secolo, intervallo temporale culmine del Rinascimento, si ha la prova che quella sia stata una transizione d’importanza epocale fra il Medioevo e la modernità, un momento di svolta per il genere umano. E’ il secolo dei progressi scientifici di Copernico, delle svolte religiose di Calvino e Lutero, di protagonisti…
Felici come a casa, intrepidi come in viaggio. Il segreto di Gaudio
“Vorrei che nei miei piatti le persone sentissero il sapore della nebbia e del mare, della tradizione e della ricerca”, spiega Diego.
Rubrica: WTF va a scuola – Il Benvenuto
Nell’ultima story vi avevo raccontato la realtà de “I Gusti son Gusti” (qui il link), scuola di cucina di Castel Mella fondata da Raffaella Brognoli con chef Devis Bodini “direttore culinario” del progetto. Per affinare alcuni concetti gastronomici, e scoprire cotture e terminologie appropriate, WTF ha deciso di partecipare in prima linea al corso avanzato…
Osteria Finil Del Pret, quando la “meglio gioventù” rende omaggio alla tradizione
Una ricetta tradizionale e semplice, dolce e delicata, che racconta al mondo l’animo gentile di chi la porta in tavola, canticchiando le note di sapori familiari, già vissuti ma mai stucchevoli.
Da Nadia, dolce ed elegante concentrato di valori italici
Questa filosofia c’è chi la trasforma in un inno della propria cucina, badando a mettere in primo piano la sostanza e in secondo la forma estrema, perché con la prima ci si sazia e si è felici e con la seconda, specie quando rasenta la mania, in fondo, non ci si fa un granché.
Due Colombe, quando la Stella Michelin brilla sull’idea di “osteria 2.0”
C’è una differenza sostanziale fra il semplice atto del cibarsi, del catapultare vivande nel proprio apparato digerente per sopravvivere, e l’assaggiare un piatto che non sia solo alimento, ma un condensato di emozioni sincere. Ed è il raggiungimento della meta, da tutti ambita ma nel quotidiano perlopiù disattesa, di sentirsi coccolati quando una pietanza entra…
La Dispensa: scrigno di sapori in cui si fondono ricerca e tradizione
Mi sorride con sguardo sornione, tipico di chi la sa lunga. “Afferra l’osso con le mani e addenta”, mi dice muovendo il capo con il cenno tipico di chi è certo che la leccornia che sta offrendo sarà gradita.